lunedì 2 settembre 2013

Settembre e psico-traumi da rientro!



L'estate sta finendo recitava la famosa hit della mia infanzia cantata dai Righeira e allo scoccare della mezzanotte il passaggio di consegna tra il mese di agosto e settembre decreta sempre un nuovo inizio. Desideri, propositi e aspettative sono puntualmente in fila come l'infinita pila di scartoffie sulla scrivania del nostro ufficio prontissime a farci venire qualche ruga in più per il troppo corrucciare le sopracciglia. Con la testa a penzoloni tra fogli che evidenziano scadenze e incomprensibili cifre impresse sul dekstop del pc oscilliamo inconsapevolmente i pensieri delle passate vacanze come la bianca spuma del mare che s'infrange sulla spiaggia. Isolenti ricordi s'insinuano tra le pieghe delle nostre agende esigendo di strapparci ancora un altro sorriso, mentre il nostro corpo s'intorpidisce sulla vecchia sedia di pelle illudendosi ancora di impigrirsi sulla sdraio di tela baciata dal sole. La mente avvolta ancora nel torpore dell'ozio vacanziero appare sofferente al passaggio di testimone dal mese del riposo a quello del lavoro. Intontite ed incredule entriamo nell'ordine delle idee in cui puntare la sveglia all'ora in cui anche i galli di campagna stanno ancora dormendo è il male di vivere, anzi è il male di ricominciare a sopravvivere! Raccimolando le forze con la stessa intensità di quando contiamo le monetine per arrivare a quell'indisponente cifra di 9,99 centesimi per acquistare un'adorabile maglietta da H&M, cerchiamo di prendere una bella rincorsa per affrontare il caos quotidiano. Consapevoli di muoverci per la città al lento ritmo di un bradipo in cerca del suo tranquillo posto nel mondo affrontiamo il temibile arrivo del primo lunedi di inizio settembre come se qualcuno ci avesse chiesto di scalare l'Everest sui nostri amatissimi tacchi 12.  Per non pensare poi allo stato confusionale che ci attraversa con un brivido di terrore lungo la schiena davanti al nostro armadio spalancato in cerca dell'outfit perfetto da primo giorno di lavoro...Brrr!!! L'unica consolazione in ufficio, oltre alla salvifica pausa caffè, è quella di stilare lunghe liste di buoni propositi nella speranza che la nostra non proprio ferrea volontà a fine autunno ne porti al termine almeno un quarto non vanificando l'entusiasmo che il nostro bistrattato ego ripone in se stesso. Tanto è risaputo come l'ovvietà delle ovvietà che ogni lista che si rispetti è identica a se stessa anno dopo anno, e che il podio se lo contendono sempre la dieta, la palestra e il riempire il salvadanaio per una giusta causa che non contempli la voce "comprare un nuovo paio di scarpe"! Se poi, per cercare qualche attenuante alla nostra apparente intransigenza nello stilare i vari punti volessimo confrontarla con quella delle nostre amiche per cercare qualche scappatoia ci accorgeremmo che la nostra lista si diversificherebbe solo ed esclusivamente per lo scarabocchio del nostro nome a piè di pagina. Eppure scriverne una, fa bene all'umore, mette in circolo una nuova ed inaspettata energia e ci motiva ad essere sempre migliori, o almeno solo a provare ad esserlo. 


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